Description
L’importanza della conversazione come aspetto fondante dell’apprendimento linguistico non può mai essere enfatizzato abbastanza. Infatti, la conversazione faccia a faccia è la culla dell’uso linguistico (Clark, 1996: 9). Ognuno di noi è occupato a conversare tutti i giorni e la conversazione di tutti i giorni, ordinaria, è il luogo primordiale di socialità (Schegloff 1986) attraverso la quale gestiamo le nostre vite quotidiane, facciamo cose e portiamo a termine azioni. In effetti, imparare a conversare spontaneamente è uno dei compiti più difficili per gli apprendenti delle lingue straniere (Wong e Waring, 2020). Quindi, sapere come insegnare a conversare, a fare conversazione, è di importanza fondamentale per gli insegnanti di lingua e questa conoscenza inizia con una solida conoscenza degli elementi costitutivi della conversazione, o parlato interazionale. Con parlato interazionale ci si riferisce a a diversi tipi di parlato e del linguaggio corporeo che li accompagna, che hanno luogo nella nostra vita quotidiana e che avvengono in diversi contesti situazionali da quelli informali a quelli istituzionali. Ma il parlato interazionale, insieme alla sua componente multimodale, si può insegnare? E cosa insegniamo quando proviamo a insegnare “conversazione” nella classe L2? È stato mostrato sia in inglese (Wong, 2002, 2007; Grant e Stark, 2001), sia in italiano (Sciubba et al, 2014; Pauletto, 2020) che gli autori di libri di testo di lingua straniera si basano prevalentemente sulle proprie intuizioni per stabilire cosa debba essere insegnato, e molto spesso queste intuizioni su come si svolgono le conversazioni “prototipiche” (al bar, al telefono, i saluti) sono errate se confrontate con esempi presi da interazioni spontanee videoregistrate in contesti ecologici. In sintesi, si assiste a un divario considerevole fra come le persone comunicano sui libri di lingua straniera e come in effetti le persone in carne ed ossa comunicano fra di loro, come si evince dagli studi di AC (Gardner, 2000; Bernsten, 2002), e questo distacco può rivelarsi deleterio nel momento in cui si decide quali siano gli obiettivi didattici che vengono presentati nella classe di lingue.Nel mondo anglosassone vi sono stati degli sforzi per tradurre le scoperte della AC in materiali didattici (Barraja-Rohan e Pritchard, 1997; Barraja-Rohan, 2011; Carrol, 2000, 2011a, 2011b, 2012, 2016 a, 2016 b; Huth e Taleghani-Nikazm, 2006; Olsher, 2011 a, 2011b; Ryan e Forrest, 2019), ciò non si può dire per gli aspetti multimodali, gestuali e corporei. Nel panorama italiano non è stato ancora pubblicato alcun libro che abbia né l’una né l’altra caratteristica (Sciubba et al, 2014).
In questo contributo si vuole mostrare come gli studi di analisi conversazionale possano aiutare a incrementare la consapevolezza degli insegnanti di lingue riguardo la lingua parlata, e suggerire modi di applicare questa conoscenza all’insegnamento delle competenze interazionali e multimodali in lingua seconda (L2).
Period | 16 Dec 2020 |
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Event title | Международная научно-практическая конференция «Языковая картина мира в условиях мультилингвизма и мультикультурализма: переводческий, лингвистический и дидактический аспекты» ["The linguistic image of the world in the context of multilingualism and multiculturalism: translation, linguistic and didactic aspects"] |
Event type | Conference |
Location | Voronezh, Russian FederationShow on map |
Degree of Recognition | International |
Keywords
- Embodiment
- Second Language Learning
- Conversation Analysis
- Ethnomethodology